Pietre focaie – Come si accendeva il fuoco nell’antichità?

fuoco

Una delle scoperte che ha influito maggiormente sull’evoluzione dell’uomo è stata proprio quella del fuoco. Più che scoprirne l’esistenza, la vera svolta per l’umanità è avvenuta quando l’uomo ha imparato ad accendere il fuoco, mantenerlo, e infine utilizzarlo.

Ma come si accendeva il fuoco nell’antichità? Sono vere quelle scene che vediamo nei film o nei cartoni animati in cui, con quattro colpi dati a un sasso, si provoca una scintilla che poi attizza il fuoco?

Ebbene sì! In antichità il fuoco si accendeva attraverso le cosiddette pietre focaie, pietre che hanno la proprietà di emettere scintille quando sbattute contro un’altra pietra. La scintilla veniva lasciata cadere sopra foglie secche, o piccoli arbusti, che prendevano fuoco e poi, da quella piccola fiamma, si andava ad aggiungere legna che, prendendo fuoco a sua volta, diventava un vero e proprio falò.

Le pietre focaie, quindi, non sono affatto una leggenda metropolitana. Selce piromaca, pirite e agata sono tutti minerali che sono stati usati nella storia antica per accendere il fuoco.

Un dettaglio che è sconosciuto a molti – e che nei film non si vede! – è che l’ingegno degli antichi per accendere il fuoco andava oltre l’utilizzo delle pietre focaie. Per esempio, nell’antichità era già diffuso l’uso dello zolfo. Come veniva utilizzato?

Lo zolfo ha la proprietà di bruciare a basse temperature e arde in fretta. Può essere utilizzato, allora, per far bruciare cose che altrimenti non prenderebbero fuoco, oppure per farle bruciare più in fretta. Gli antichi conoscevano questa proprietà dello zolfo e la sfruttavano per accendere il fuoco. In particolare, facevano cadere le scintille create grazie al contatto tra pietra focaia e acciarino in fuscelli intrisi di zolfo. In questo modo, l’accensione del fuoco diventava più semplice e veloce, anche se c’era vento o umidità.

Termini tecnici

Per accendere un fuoco alla maniera degli antichi si ha bisogno di tre cose:

la pietra focaia: pirite, selce, o agata, anche se oggi vengono utilizzati materiali più avanzati (che si usurano di meno con l’utilizzo e che quindi sono più duraturi) come il ferro-cerio;

l’acciarino: una pietra o un pezzo di metallo – in antichità si usava spesso il ferro – con la quale colpire la pietre focaie per provocare le scintille e indirizzarle in modo da farle cadere sull’esca;

l’esca: il materiale, in genere secco oppure intriso di zolfo, sul quale si fanno cadere le scintille e che andrà ad alimentare la prima piccola fiamma.

Le pietre focaie oggi

Le pietre focaie si utilizzano ancor oggi?

Oggi, abbiamo a disposizione metodi più immediati per accendere i nostri caminetti, barbeque, o i falò in spiaggia o al campeggio. Tuttavia, si possono ancora trovare sul mercato pietre focaie e acciarini (quelli attualmente in commercio sono fatti di acciaio temperato) per accendere fuochi all’aperto.

Alcuni utilizzano ancora questo antico metodo perchè risulta più affascinante: un’avventura all’insegna del contatto con la natura e l’isolamento dalle tecnologie non è tale se accendi il fuoco con l’accendino!

In realtà, le pietre focaie sono ancor oggi molto importanti, anche se solo in contesti di nicchia: quando si deve accendere un fuoco in alta montagna, con vento e neve, o quando l’umidità o il gelo mettono fuori uso accendini e fiammiferi, la pietra focaia rimane ancor oggi lo strumento più affidabile.

Alpinisti, arrampicatori, ricercatori, escursionisti, hanno – ancora oggi – pietre focaie e acciarino nei loro zaini!

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